31 maggio
Scritto da Marcello Comitini il 30 maggio 2021 in Poesie
Nell’ultimo giorno di maggio le rose
stanche ormai del loro pallore
lasciano cadere i petali sterili
sotto un cielo grigio
che non le ringrazia della loro
passata bellezza. Ma sulle foglie
posa tiepide gocce. Altri fiori
lievi e spigliati colorano l’aria
di rosso di blu e di arancio. Non sanno
dell’estate che viene e si muovono
allegramente spruzzati di pioggia
nel vento lieve di fine primavera.
Che questi petali ci portino un po’ di tristezza perché le stagioni si rincorrono troppo velocemente e tutto, tutto il bello mostra in un lasso di tempo il principio e la sua fine?
No, qui accanto al ciclo arrivato alla fine, hai allargato la visuale ad altro intorno, alla ricchezza di altri colori, altre essenze, altre fioriture, che si susseguono.
Direi che l’immagine che ritrae una rosa appassita viene valorizzata da questa descrizione vitale e positiva. La vita ha continue meraviglie da offrire, non possiamo dispiacercene, raccogliamo quei petali a terra e facciamone una ghirlanda, per incorniciare altro, appena nato.
Le rose….
Cara Paola, conosci bene il mio pensiero sulla vita e sul destino dell’uomo. I fiori che lievi e spigliati colorano l’aria non fanno che sottolineare la fugacità della stagione, quella sola che porta i fiori e ci fa illudere che tutto possa ricominciare. Ma nulla ricomincia. Solo la paura ci costringe a illuderci. Grazie sempre dei tuoi preziosi commenti, fonte di ulteriori riflessioni.