Cronaca di un mare
Il mare lento e calmo spinge sulla spiaggia
il corpo
lo lambisce con la lingua bianca della schiuma
lo culla si ritrae
torna ad abbracciarlo con le onde
profumate d’alghe.
Lo depone sulla spiaggia e si ritira lento.
Gridano gabbiani in cerchio
sui corpi che galleggiano rivolti
verso i fondali oscuri
a braccia spalancate
a cercare corpi che sono in fondo al mare
sottratti alla pietà.
Azzurro mare calmo come freddo viso
che trascolora da paura a morte
custode come il grembo
di una madre morta.
Il sordo gorgogliare dei motori
i tonfi i cerchi che si spandono
sulla crespata superficie d’acqua
disarmati
scendono a pescare i corpi
di uomini di donne divisi per l’eterno
pesanti come pietre come i sogni
sigillati sulle labbra
come i desideri come l’odio
che li ha resi fuggiaschi
ed invisibili.
Commossa e allo stesso tempo affascinata dal modo elegante in cui hai trattato un argomento così doloroso.
Ha ragione Adriana, parli di qualcosa di molto drammatico…ma lo fai con estrema gentilezza,parola dopo parola descrivi la tragedia vissuta e che continuiamo a vivere. Amo il mare e malgrado tutto penso che ha dato pace a chi non ne aveva. Spero che non succeda più. Versi molto belli che colpiscono per la loro verità. Grazie poeta
Un brivido lambisce questi versi, e trema nel cuore spingendolo ad abbracciare uno ad uno questi corpi martoriati… resta solo la speranza che le ali dell’anima li abbiano portati lontano da tutto questo dolore. Ammirata e commossa. Bravissimo Marcello
marcello è semplicemente e profondamente bellissima