Aleppo in guerra
Nella sequenza dissennata della guerra
dove l’oscurità degli incubi si muta in speculare luce
e le speranze nutrono i dolori di ogni giorno
una bambina stringe il mio corpo tra le braccia
come l’orsetto dei suoi giochi, lo carezza
lo sgrida come fosse la sua mamma
lo culla al seno che possiederà domani.
Disteso tra le gambe esili lo guarda.
Immagina, lo ama con l’amore di una donna.
E ancora sogni le carezze svegliano
sogni che sognano di un organo che suona
in una vasta piazza
tra possenti voci di un coro nascosto nelle arcate,
tra dipinti dilaniati opachi alle pareti delle case
e un uomo crocifisso a centinaia di croci
moltiplicate da un’immensa strage
e bagliori di lance rivoli di sangue.
Visi femminili nascosti dietro veli
sporchi e laceri di unghiate
piangono come madri
che non hanno seni e non hanno gambe
ma lacrime che scendono sui dolori di ogni giorno.
E i giorni vibrano della musica del sole.
Vibrano nel vento che solleva il mondo
come il manto pesante di una madonna a lutto
e piomba sulla terra stravolge e uccide tutti i sogni
nell’urlo della bambina che ha gettato via il mio corpo
perché non sopportava di vederlo morto.
Tutta la durezza di una guerra, tutto il dolore di un popolo, tutto lo sbigottimento del mondo si trova in questi versi. Tragicamente belli, graffiano ancora di più la coscienza di noi che assistiamo a tutto questo senza poter far nulla. Versi davvero belli e sofferti. Hai un cuore sensibile e questo da ai tuoi versi una grande bellezza
Orrore e amore, ferocia e tenerezza personificate da una donna-bambina che abbraccia la morte quasi volesse, con la sua dolcezza e ingenuità, cancellarla.
Attorno vita e morte si combattono. Suoni d’organo nascosti, lontani, musica del vento lottano per soffocare le grida di dolore. Un Uomo ripete la sua crocifissione centuplicandola, ma nulla riesce a fermare la strage sanguinosa e dissennata.
Tentativi che nella loro ineluttabilità sembrano cancellare i sogni, ma scuotono le coscienze e…
In questa poesia si celebra il funerale alla propria innocenza o quello che di lei resta.
Questa allegoria mi ha veramente toccata nel profondo.