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Ho letto con molto piacere la raccolta di poesie Quarto giorno del poeta Marcello Comitini edizioni Caffè Tergete.
L’incipit della prima poesia è l’espressione migliore per entrare fin da subito nella poetica strettamente intima e umana dell’autore. Un verso che abbraccia con gentile resa visiva tutti gli input emotivi del poeta; qui si attua una fusione umanamente suasiva fra interiorità e corpo verbale.
“Una carezza appena della mano sui miei occhi
dalle sue labbra alle mie labbra un soffio lieve
e la vita prende corpo dalle vuote cavità del cuore.”
Nella breve presentazione leggiamo “le poesie che offro sono come un frutto” ed è piacevole cogliere questo frutto assaporandone il suo gusto prendendo in prestito lo sguardo del Nostro. E la vita c’è tutta in questi versi, con le sue tappe lievitate su un credo eticamente solido, socialmente presente, e poeticamente accattivante: saudade, memoriale, affetti, inquietudine, immaginazione e sogno si miscelano fra loro con risultati che, nei momenti di maggiore realismo, ci dicono del profondo coinvolgimento emotivo dell’autore.
Questa poesia nasce da un insopprimibile bisogno di comunicare i propri stati d’animo, le disillusioni i tumulti dell’anima, la guerra di ieri e di oggi, le migrazioni, la crisi, la mancanza di lavoro e le tante colpe dell’umanità. La poesia diviene quindi, il mezzo per agire e migliorare l’uomo con versi che veicolano i sentimenti e le sensazioni che fanno parte della sensibilità che caratterizza un poeta immerso nel suo tempo. L’autore ci dichiara che “il disinganno prima dell’illusione” è il motto del suo esistere, ed è anche “lo sguardo che domina e unifica le poesie e le prose di questa raccolta.”
C’è la memoria del vissuto che parla e dialoga con la parola attraverso la poesia come nei versi di pagina 20:
l’acqua antica che bisogna lasciar scorrere
per permetterle di raggiungere l’eternità del mare
D’altronde l’uomo è come un fiume che ha una sorgente ma poi si forma e si trasforma con i tanti affluenti, con le buone e le cattive azioni come acqua limpida o come acqua reflua, ed ogni fiume ha come obiettivo quello di raggiungere il mare e riversarsi nell’immensità per purificarsi.
L’uomo avanza nella vita attraversa i suoi labirinti e affronta le difficoltà e ancora una volta si serve della poesia per superare gli ostacoli.
“io che resisto al vento pesante come sasso/chiuso in me stesso e nei miei desideri”
Ed anche quando esprime nella poesia il seme: “La mia anima è un seme nella terra del mio corpo.” Si avverte in questi versi il valore spirituale e la sensibilità che migliora l’uomo mentre la parte fisica del corpo è soltanto una parte secondaria come fosse uno strumento.
Sfogliando la raccolta si colgono dialoghi con le altre arti, come la musica, che offre “la forza di guardare al di là della notte”. La danza vista con l’occhio attento del musicista che accompagna le danzatrici nella sala.
La poetica di Marcello è quindi un dialogo continuo con la sua anima, i suoi dubbi, le sue paure, la fragilità dell’uomo e l’incontro con la notte:
“Forse perché la notte è scesa/come un pesante velo sul mio viso o più/ semplicemente è la mia anima stanca/di tanta solitudine.”
Ogni poeta, ogni scrittore lavora su un crinale del linguaggio e della parola che è la sua specifica inquietudine. Per questa ragione i temi della poesia si ripetono come una successione di eventi. In questa raccolta la poesia ha il tema della notte, delle ombre, dell’amore e della solitudine come forme che ritornano a presentarsi nell’accoglienza del verso.
Scrivere consiste nel portare alla luce le ferite del linguaggio, e attraverso di esse far fluire la verità eterna. La scrittura conferisce senso contribuendo a guardare in faccia la vita per sopportare il reale con la sua maschera è liberarci dalle catene per uscire dalla cecità e dall’oscurità della notte.
Alla fine della lettura mi soffermo sul titolo della raccolta e mi appare il significato del Quarto giorno, quello della Creazione in cui Dio creò le stelle, il sole e la luna e quindi il giorno e la notte.
“Con i loro visi rivolti alla paura
e con le mani tese alla pietà
li solleviamo trasportandoli a riparo
dallo sguardo freddo della luna
dalla crudeltà del sole che ha brillato su di loro
dal lungo pianto delle stelle tra le onde.”
Mi piace citare anche questi versi di una poesia dal titolo La tela che parla di guerra e attentati, delle vittime civili innocenti che non sanno di essere in pericolo:
Ma questo è solo un mio triste ricordo di ieri
perché adesso qualcuno dona la morte con più affetto di quanto temiamo.
Con le sue braccia di gomma lascia cadere la maschera d’uomo
si accinge a guidare fiutando lungo la strada
il profumo di vita
Una raccolta di poesia con brevi brani di prosa ricca di spunti di riflessione, che ci presenta la realtà e tutte le sue illusioni, con c’è speranza solo la vita con tutta le sue inquietudini e le sue maschere. Una poesia che ci pone delle domande, ci porta a riflettere sul senso di questa vita ed è quindi un messaggio che scuote l’anima e ci induce a cambiare.
“C’è qui il tacito presupposto che il disinganno può liberare l’uomo.”
Francesco Casuscelli