Enne
La gioia mi trascina dentro il sogno
d’essere stretta ancora dal tuo corpo
mentre attonita temo che il ritorno
si farà più lontano del promesso.
Negli occhi porto la dolcezza del ricordo
delle tue dita trasognate che scorrevano
lungo la mia schiena come gocce di sudore
e la tua lingua le asciugava avidamente.
E perché il sogno continui ad esistere
docile mi smarrisco nell’impronta
profumata di buono che conserva
la poltrona gualcita dal tuo corpo.
Enne è il tuo nome che sussurro lento
all’orecchio del gatto prigioniero
tra le mie braccia arreso alle carezze.
Sul dorso e sulla testa le mie dita
scorrono nel tepore del suo corpo
e nei suoi occhi vedo accendersi i tuoi sogni
d’antiche solitudini di fughe
improvvise nel buio della notte.
Il tuo silenzio è il suo, tuoi sono gli occhi
di sabbia d’oro scintillanti di piacere.
Tra le mie braccia fremi alle carezze
trepido cuore che non mi appartiene.