marcello comitini, Abbagli, graficart

Abbagli

Cammino nel cuore della città e della notte
tra lacrime sparse in alto da Dio
più in basso disposte dal disordine umano 
in file ordinate lungo le strade.

Odo una nenia interminabile e sorda
di fiumi che attendono lividi l’alba 
per riversare onde metalliche
di vetri e di lampi 
nel sole che abbaglia laggiù all’orizzonte.

Gli uomini seguono il tempo e il dovere
obbedendo e smarrendo la vita.

Qualcuna s’è infranta contro un ostacolo
per l’abbaglio assordante dell’ imprevisto
e l’anima priva di mete contempla 
quel filo di sangue nel fiume di latta.

Vedo di giorno impenetrabili volti
che mi camminano accanto muti e abbagliati. 
Anch’io cieco per loro nonostante sorrida
e loro mi abbraccino e anch’io li abbracci.

Appena sfuggiti agli sguardi svanisce 
l’impossibile voglia di fondere insieme
gl’ impenetrabili uno,
l’indivisibile e rigida schiera degli uno
innumerevoli e palpitanti.

Torno a guardare nel buio delle strade
le anime forti di intenzioni e di gesta
ma penso sia solo l’inganno di un uomo 
che cerca sognando compagni.

Guardarmi d’intorno con lo stesso stupore 
di ieri e di sempre – mi dico – 
è più naturale di quanto si possa pensare
e ogni notte lo faccio, ma temo che Dio
mi accechi di luce.

Innanzi ai miei occhi appare quel sangue
e il freddo dell’anima attraversa il mio corpo.

Senza più inganni consacro a me stesso 
un universo privo di lacrime.

  1. paola pdr scrive:

    Già sarebbe un ottimo risultato se gli Uno sapessero d’esserlo.
    La fusione dovrebbe essere un passo successivo, quando i tempi maturi, convergono le unicità per la creazione di un abaco interessante e umano a servizio della nostra crescita.

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