Perché ti ho abbandonato con il capo riverso sopra il petto come un grumo di nuvole grigie?
Improvvisamente perfida la notte sparge la sua luce fredda intorno al sole e rovescia il giorno come acqua cristallina in fondo all’oscurità di un pozzo.
Come luce soffusa nella stanza
la mia memoria imprime sulle pareti bianche
l’ombra armoniosa del tuo corpo come l’ala mite di colomba…
se adagi il tuo corpo sulla pietra bianca dei sogni
dove intorno vagano le ombre degli amori smarriti,
di colei che amata non ha saputo amare…
In questa città stipata di uomini e di auto
che ingolfano le strade e ci spingono contro i muri
c’è spazio per le mie mani e i tuoi capelli?
Chino a leggere le pagine della rivista
sfoglio incurante le immagini come si tolgono
le rare foglie dal prato con dita leggere…
Il vuoto. Che mi fa apparire come se mi fossi chiuso a riccio, a riccio di mare, nero e lucido che muove i suoi aculei… .
Lungo i viali solitari trasformati dal tempo
in sentieri inariditi dal silenzio
stringo tra le dita le ore purpuree….
Le stanze vuote si riempiono nella notte
dei muggiti dei tori da macello
che salgono dal buio delle stalle…
Ho paura. La sera è grigia e la tristezza
del cielo si spalanca come la bocca di un morto.
Il mio cuore piange il pianto d’una principessa