Con le sue braccia di gomma lascia cadere la maschera d’uomo
si accinge a guidare i cavalli che fiutano lungo la strada
il profumo di vita e gli sguardi innocenti nel sereno brusio della gente.
Dietro il sipario che si chiude lentamente al mite soffio della tua memoria come una lama che vuole separare…
Il bagliore bianco della tovaglia tra i calici rossi di vino
come gelidi fiori d’anemoni alle carezze del vento
attende che tornino gli ospiti verso quel sogno
Lui, Lei… Il vento a piene mani… Scosta i fili d’erba l’argento della luna…
Ancora, se le vene che attraversano i muri
non scaldassero la casa e tu non fossi più
sorriso che m’illumina ma scaglie…
La notte lacerata dai bagliori dei fanali
striscia sulla città si alza alta
avanza silenziosa zoppicando
Una ragazza dagli occhi neri e lucidi
tiene per mano il vecchio che le cammina a fianco
strascicando attento i suoi ricordi.
Né i ricordi fedeli della nostra vita
né le primavere che tornano a incendiare i giorni
tra le foglie verdi delle buganvillee…
La luce prigioniera nella stanza
proietta sul soffitto grappoli di foglie
come una finta luna e poche stelle
una bambina stringe il mio corpo tra le braccia come l’orsetto dei suoi giochi, lo carezza lo sgrida come fosse la sua mamma