Marcello Comitini è nato a Catania nel 1945. Vive a Roma dal 1991.
Dopo gli studi classici si è laureato in Giurisprudenza con la tesi in filosofia del diritto “La Nuova retorica”. Ha svolto diversi lavori, tra i quali insegnante di fotografia e cinematografia, analista dei processi produttivi delle aziende creditizie, direttore organizzativo del teatro Ambra Jovinelli. Ha smesso di lavorare nel 2003.
Ha pubblicato nel 1974 la raccolta di poesie Un ubriaco è morto, nel 2011 Formule dell’anima, nel 2013, insieme alla pittrice Beatrice Borroni, Di cremisi e azzurro.(raccolta di quadri e poesie),nel 2014 il volume Terra Colorata, nel 2015 Il fiato del mondo, nel 2018 Quarto Giorno, nel 2019 Senza Trama, nel 2020 Donne sole, nel 2023 L’altrove della luna
Ha tradotto diversi autori di lingua francese, fra cui:
Guy Goffette, Il pescatore d’acqua;
Philippe Soupault, Poesie;
Arrabal Jodorowsky Topor, Il panico;
Philippe Delerm, Il volo;
Fernand Pelloutier, Arte e Rivolta (in Lo sciopero generale e l’organizzazione del proletariato);
Charles Baudelaire, I fiori del Male, pubblicato nel 2017;
Jean Mambrino, La penombra dell’oro.
Ha tradotto inoltre poesie scelte dei seguenti poeti: Aragon, Louzeau, Maritain, Arbouville, Luise Glück.
Non ha mai partecipato a concorsi letterari.
La sua vera biografia tuttavia, come afferma il poeta Iosif Brodskij, «è come quella degli uccelli- i dati veri vanno ricercati nei suoni che emettono. La biografia è nelle sue vocali e sibilanti, nella sua metrica, nelle sue rime e nelle metafore.»
In lui non c’è la logica dell’apparire né quella del vendere. Non vende poesie: regala sogni, magari amari ma certamente umani. E chi desidera il suo regalo lo prende dove sa che lo trova. Non è uno scrittore prolifico e non vivrà mai con i proventi di ciò che scrive. Vive invece della gioia che altri condividano il suo lavoro.
Nutre troppo rispetto verso la poesia per potersi considerare un poeta laureato o per covare il desiderio di intrufolarsi nella folla dei laureati che occupano le pagine stampate: si considera “fuori corso” da lunghi anni. Può solo sperare in una laurea ad honorem. Ma è un tipo di laurea che in questo campo si è soliti dare post mortem. Allora preferisce un semplice diploma di Scuola Media Secondaria che presume aver conseguito nei tempi previsti e a pieni voti.