Vuoto com’è vuoto un pozzo senza fondo infinitamente…
Povero mio cuore che ti dibatti tra amori perduti e la vita consumata tra il desiderio di essere e il non apparire…
Si spande e svanisce il grido del cuculo nella notte. I suoi singhiozzi hanno invaso le camere a ore dell’hotel che brilla…
Piccole bolle d’ossigeno entrano leggere nelle mie narici come la luce del mattino…
Sono vivo sono sveglio invaso dalla luce primaverile deli tuo sguardo…
Ancora una volta guardo l’Uomo e vedo un ammasso enorme che brulica di una poltiglia d’individui d’ogni sesso….
Ombra di luna macchie di luce nel buio infinito di questa notte.
Sei nata sul fondo oscuro del mare dalle valve madreperlacee di una conchiglia concepita dal silenzio del fuoco.
Nel quarto giorno di cielo sereno di questo settembre appena iniziato mi siedo e attendo…
Nelle luci che si spengono le tante braccia del lampadario di cristallo i fregi d’oro alle pareti…