Cammino nel cuore della città e della notte tra lacrime sparse in alto da Dio più in basso disposte dal disordine umano…
Nel tuo sguardo respiro i sapori della vita, il calore del sole che si nasconde nel tuo petto, l’argento della luna che ti bacia le ginocchia.
Stiamo qui a guardare le stelle come bambini che ascoltano a bocca aperta favole strane. Con gli occhi sgranati e le pupille che brillano…
Nei tramonti le braccia che affondi nell’acqua s’arrossano e coloro che ti percorrono invasi dal dolore sentono vibrare la tua voglia di fermare…
Nella piazza che brulica confusa dai frastuoni allegri delle auto in lente file e dai colori alle vetrine illuminate come stanze intime prive di pareti…
E quel cozzare di stoviglie come armi rumorose che accatasti nel lavello sul finire di una cena silenziosa….
Il giorno raggrinzito da una notte al buio distende le sue braccia
Ho indossato un paio di guanti neri ho afferrato il coltello della luna e con un cerchio al petto ho estratto il mio cuore.
Certe vecchiette rannicchiate nel mio petto su macerie di ricordi e sentimenti biascicano tra rantoli di sistole e diastole…
Perché ti ho abbandonato con il capo riverso sopra il petto come un grumo di nuvole grigie?