Lunghe e larghe le finestre alle pareti
filtrano nella sala ampia e deserta
infiniti granelli dorati nella luce polverosa…
È un canto triste e lento, una lunga nenia
che sfinisce il corpo e intorbida la mente
questo viaggio interminabile sul mare…
Quel viso tante volte visto
tra le pagine dei libri che rileggo all’infinito
perché torni a capire quel suo modo di guardare…
Di te del tuo sguardo,
del tuo corpo di donna
del tuo tremore e del grigio…
inspirano espirano le statue
ridono respirano non vedono
la sposa dalle spalle nude…
Mi rifugio nei sogni d’amore e di rivolta.
Vago nel buio delle lunghe attese
faccio naufragio nella mia solitudine…
La notte poggia la sua ombra sulle labbra mi si distende a fianco per sentire il corpo i muscoli la pelle…
Tra le mani tieni l’ultimo ramo giovane
che svettava in alto a una magnolia immensa
colma di fiori come volti profumati aperti al sole…
Una carezza appena della mano sui miei occhi
dalle sue labbra alle mie labbra un soffio lieve
e la vita prende corpo dalle vuote cavità del cuore…
È questo il dono che ci offri
con le tue mani gonfie di dolore?
Nascere crescere morire…