La Malinconia è un albero teso tra una terra di cose perdute e un cielo irraggiungibile.
Ho visto scendere la sera
con la sua luce rossa di crepuscolo
sull’infinito spazio dietro i monti…
Nuda ti sveli a una parete bianca dietro le tue spalle di fragile colomba posata sulla pietra bianca anch’essa…
Stai così nel cielo luna della città
sospesa sulle gialle piaghe
delle strade deserte…
Ed io ti guardo
dallo spiraglio buio del mio cuore
al balcone affacciata
in una notte luminosa di speranze…
Se non fosse possibile in quel giorno
adagiarmi ai piedi di un ulivo che fra i rami
intrecciando paziente luci e ombre,
Dalla fessura luminosa scruto
la notte che si scioglie all’orizzonte
e il tremore dell’alba nei vapori…
Di cos’hai bisogno, cosa chiedi
ai visi che ti stanno intorno
agli occhi che ti guardano velati
Senza vista, senza guida. Ciascun cieco è guida del cieco seguente, e seguace del cieco che precede. Semplicemente si segue il flusso. Ciecamente, appunto.
Per rimanere liberi bisogna, a un bel momento, prendere senza esitare la via della prigione. E’ Guareschi che in questo aforisma, bene spiega il senso della mia poesia.