Città
Scritto da Marcello Comitini il 3 agosto 2017 in Poesie
In questa città stipata di uomini e di auto
che ingolfano le strade e ci spingono contro i muri
c’è spazio per le mie mani e i tuoi capelli?
Ci lascerà toccare le nubi oltre le case,
tenere fermo il sole nell’azzurro che imbruna?
Vedo le nostre bocche ferite dal frastuono
i nostri corpi insanguinati stendersi
nell’erba dolorosa di rugiada.
Con le mie mani consolerò i tuoi occhi.
Tu offrimi la notte dei tuoi capelli.
Una domanda dolorosa fa da incipit a questa nuova, splendida nella sua essenzialità, poesia. Quasi un monito a riflettere sullo scorrere caotico della nostra esistenza.
Una chiusa che è speranza e catarsi a un tempo; una promessa che ognuno anela si realizzi sulla propria pelle, nella propria vita.
Le mani della persona amata a consolare gli occhi, la seta dei capelli di lei a donare la notte, simbolo di pace, di tregua.
Versi che si teme di sciupare aggiungendo parole.
Il frastuono a cui fa riferimento la poesia non è il rumore esterno, ma le tante sollecitazioni che la vita attuale pone in essere che possono far perdere di vista il senso vero, l’essenziale.
L’essenziale però per la sua speciale essenza è destinato a ricomparire per riprendersi lo spazio e lo fa in tanti modi, anche ispirando una bella poesia, come questa.
Molto apprezzata.