Dagli un nome
Tra il tuo volto chiuso nel dolore
- gli occhi a cancellare un’impossibile vita -
e la maschera che ti cammina accanto
illuminata da un segreto amore
c’è un’ombra
una bocca che tace colma di parole
di singhiozzi repressi e una mano al petto
a trattenere il velo che protegge
la tua anima nuda.
Se una voce odi mentre il vento cade
nel ricordo di un’alba che ti scalda il ventre
di giovani colori e di profumi
il fuoco della sera ti trascina lontana
dalle finestre spente della casa
lungo le strade tra campi abbandonati
che si perpetuano nel buio all’infinito
torna a guardare indietro e dai un nome
al sentimento che ti brucia dentro.
Chiamalo angoscia, sconfitta abbandono
perdita, rinuncia, dagli un nome e un viso
che si trasformi in carne e sangue, che perisca
e porti via con sé la maschera e l’ombra.
[...] [...]
bellissima grazie
La maschera che ci cammina accanto….quel recitare una parte che non vorremmo e fra noi e la maschera c’è il nostro “io” che vorrebbe poter dire quello che sente veramente. Come dare un nome a quel che ci accade? tu dici sconfitta o angoscia o rinuncia o perdita…forse il tutto messo assieme. Bisognerebbe trovare il coraggio e distruggere la maschera e tornare ad essere noi stessi. Che dire sono davvero dei versi superbi…stupenda l’immagine. Grazie poeta
Bellissima !!! Arriva davvero all’anima nuda.
Complimenti per il sito Marcello!!
A presto Catia
Sempre ammirata dalla tua bravura, Marcello!
Cancellare i rimpianti che rendono dolorosa la nostra vita. Recuperare i ricordi, farli uscire dalla dimensione di sogno di ciò che non è stato, dare loro una dimensione reale per poterli annullare . Questa poesia di Marcello mi ha ricordato la poesia “Song” del poeta inglese Meredith. Riporto qui gli ultimi versi:
Should thy love die;
O dissemble it! smile! let the rose hide the thorn!
While the lark sings on high,
And no thing looks forlorn,
Bury it, bury it, bury it where it was born.
Potessimo fare questo, quanta vita potrebbe essere recuperata e investita in altro.
Cosa ci trattiene al ricordo, all’ombra, anche al non detto rallentando e intristendo certi nostri giorni?
A noi pare di amare sempre allo stesso modo, come se fossimo sempre la stessa persona.
Forse non è così. Ogni storia è nuova, anche noi siamo diversi, mai gli stessi.
Ogni caduta è un nuovo dolore, un’ombra, quasi uno sfregio a tanta vitalità investita.
Ogni volta che si ama si aprono tante porte interiori anche poco visitate che rimandano un progetto di rinnovamento energetico e spirituale non indifferente.
Per incontri così speciali che si perdono, sicuramente le ombre che si creano e permangono nel tempo sono effetti collaterali giustificati.