Pablo Neruda (Photo: Reuters/AP)

Fiumi di parole

Dai sogni ad occhi aperti Pablo e con le dita
bianche di farina hai tempestato di parole
oceani selve fiumi.
Come un cavallo al traino
nel gelo di miniere scavate dentro l’uomo
hai dissodato la terra con il fiato sanguinante.

Ma da tempo s’è richiuso il solco. Nel silenzio
d’una pace lugubre non entra nei tuoi occhi
il mare né la primavera.
Del tuo cuore ancora udiamo le sentenze
i giudizi di un dio che ha cavalcato fra le stelle
ha sofferto dell’uomo
perdutamente carne e sangue.

Lentamente muore – hai detto – chi si fa
schiavo dell’abitudine.
Questo lo sappiamo ma ogni giorno
lungo i nostri percorsi sempre uguali
a chi non conosciamo non parliamo
e se lo conosciamo non chiediamo
la ragione delle rughe tra le labbra.
Spegnendo ogni passione preferiamo
nero su bianco mettere i puntini sulle i
mai nell’incertezza rischiando la certezza
mai nell’inseguire un sogno
nell’acconsentire al tuo consiglio di fuggire
i sensati consigli di chi ci vuole sempre uguali.

Lentamente moriamo ciechi sotto il pesante  velo di sorrisi
che nascondono con smorfie la  paura
fermano il cuore
davanti agli errori e ai sentimenti.

Lentamente moriamo
senza abbandonare l’amor proprio.
Ogni giorno un lamento sulla nostra sorte
sul sole che ci brucia e sulla pioggia incessante.

Dimentichi che vivere è uno sforzo
di gran lunga maggiore del semplice respiro
prendiamo la morte a piccole dosi.

Viaggiando, leggendo, ascoltando
la musica moriamo
perdendo la grazia di noi stessi.

E la tua voce, Pablo, carica d’orgoglio,
ci chiama con le dita bianche di farina
dalla tua lontana tomba nuda
dai tuoi progetti non finiti ci condanna,
noi poveri mortali che comunque moriremo
come te che sei morto
nei tuoi sudari di carta.

  1. antonio sereno scrive:

    POSSO RICORDARTI:
    BUT I’VE LIVED AND HAVE NOT LIVED INVAIN.
    DI BYRON?
    TROPPPO TRISTI I TUOI VERSI UN ABBRACCIO.

  2. paola pdr scrive:

    Moriamo se non desideriamo o moriamo se pur desiderando non realizziamo fattivamente i nostri desideri?
    Mi trovo spesso nella situazione di desideri da zittire perchè non è mai il momento. C’è sempre qualche cosa da fare prima.
    Però fintantochè il desiderio ci sussurra all’orecchio, possiamo considerarci vivi e non morti: questo è il mio pensiero.
    Le difficoltà sono figlie di ogni tempo e vanno accolte e capite. Non esiste la perfezione in questo mondo e credo in nessun altro.
    La perfezione è staticità. L’uomo proprio per la sua debolezza è portatore di novità continue e le innumerevoli debolezze muovono l’ingegno per porvi rimedio. E di queste imperfezioni e sofferenze si fa portavoce anche la poesia, osservatrice attenta di quanto accade fuori e dentro di noi.
    Questa famosa poesia segna un tracciato vitale ideale, leggendola si può davvero anelare a un cambiamento o anche rifletterci come davanti ad uno specchio in quanto siamo già in un continuo avanzamento, mai fermi.

  3. tinamannelli scrive:

    E lentamente assaporo il piacere di leggere versi così belli. Una ode al grande Neruda, vero non
    c’è più da tanto eppure le sue parole , i suoi versi vivono e vivranno sempre. Lentamente si vive
    con i nostri sentimenti, con i nostri errori, con le nostre sofferenze. Lentamente si accetta la vita così com’è. Un abbraccio poeta

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