All’alba sali sulla bicicletta e pedali con forza
a testa bassa tenendo saldo il manubrio. Le mani
ti tremano ad ogni scabrezza della strada.
Quando arrivi sul bordo dei campi
poggi un piede per terra e le vedi.
Sono fuggite lontano dalle tue labbra
le parole amore famiglia fratellanza
foreste senza fine spazi deserti.
Sono andate via anche dalla punta delle dita
affondate nella polpa rossa
e nei solchi oscuri della terra.
I tuoi compagni sono già chini
fra le numerose file di piante che si distendono
sino all’orizzonte come tutte le giornate di lavoro.
Sei fortunato – ti dicono alzando appena la testa
guardandoti dritto negli occhi –
noi viaggiamo al buio due volte al giorno
dentro un furgone cieco che non sappiamo
dove ci porta. I loro sguardi ti fanno star male per loro.
Ti fanno star male per te.
Ti chini anche tu e inizi a raccogliere.
Ancora la stessa scena dinnanzi agli occhi.
Una baracca. La sofferenza senza pietà
la stanchezza e la tua voglia di fuggire.
Ma ogni giorno continui a chinarti.
Cerchi tra le foglie i suoi occhi verdi
e la dolcezza della sua risata
che ogni notte ti ritorna in sogno.
Senti l’amore con cui ti guarda
e la sua voce che dice alzati e danza con me.
Vorresti danzare nudo con lei. Ma lei no.
Lei può solo guardarti con gli occhi pieni di lacrime
mentre qualcuno senza grazia ti pone
sulle spalle il peso dei frutti rossi .