Il gelsomino
I fine settimana estivi sono giorni
colmi di silenzio. Sono partiti
e i loro passi riempiono ancora la strada
di quell’andare avanti e indietro
per stipare la roba, e le brevi risate,
qualche sillaba gridata, gli schianti soffocati
delle portiere, le scie colorate
che si allontanano
come un film muto di altri tempi.
Ad ogni angolo il vuoto che il sole scandaglia
e nel contrasto duro tra luce e ombra
tutto muta in bianco e nero.
Rade figure camminano solitarie.
Un vecchio in canottiera
siede all’ombra di un albero, un gatto
disteso al centro della strada lecca
con dolcezza le zampe davanti. Nessun bambino
gioca, nessun latrato di cane
in lontananza. La polvere e le foglie
riarse giacciono tra muro e asfalto.
Il gelsomino acuisce il suo profumo, infuria
nei ricordi di chi è solo.
Lo svuotamento dato dagli esodi vacanzieri del fine settimana e non. La pace, che restituisce a chi resta, un ottimo spunto di riflessione: il guardare con altri occhi in modo meno frettoloso (il gatto insegna) l’intorno e perchè no, se ne abbiamo voglia, il “dentro”.
Molto rilassante il quadro, accattivanti tutti i soggetti.
Quell’essenza intensa di gelsomino, interpreta silenziosamente, il pacato rilassamento della metropoli svuotata, nel suo muto, e mutato aspetto, d’un torrido fine settimana.
Versi apprezzati, un caro saluto, poeta,silvia
Lo “ stato della solitudine “ sentito…
profondamente, analizzato osservando …in tutto questo tempo …da dover riempire in qualche modo…
E una certa lacerazione dentro…che lascia smarriti, orfani perfino delle voci dei bambini che giocando, riportano in qualche modo la vita!
Emozionante!