Foto di Mimmo Jodice

Il volto

 

Al di là dei vetri opachi si disegna

nella luce fredda di un paesaggio autunnale,

una campagna sfumata nella nebbia dei miei occhi

e i canti degli uccelli nascosti nei colori

vivi d’una stagione che s’appresta a morire.

Quando tacciono e il grigiore invernale

annega la campagna e si diffonde

fin dentro la speranza,

il volto d’una statua appare nella nebbia

dietro la svolta di un sentiero aspro.

 

Quel viso tante volte visto

tra le pagine dei libri che rileggo all’infinito

perché torni a capire quel suo modo di guardare

i suoni e le parole che gli sfuggono

armoniosi dalle labbra.

Accade che talvolta quel viso è del dolore

della statua che rimpiange muta e solitaria,

d’essere ancora un sasso informe

mentre sa che  il tempo logora il suo sguardo

fisso senza fremiti su un punto indefinito.

 

Accade che quel volto appaia alla finestra

aperta su una spiaggia sotto un cielo d’oro e viola.

Ripete le parole delle pagine sfogliate

all’ombra del silenzio nel frusciare delle onde.

Hanno il suono dolce e sconosciuto di una donna

che parla dietro un velo  e accoglie tra le braccia

come messaggeri d’un amore attesi a lungo

i corpi delle statue naufragati sulla spiaggia.

Freschi, marmorei, azzurri i loro corpi

teneri come sabbia profumati di salsedine

e delle trasparenti profondità marine.

Scosta il velo la donna dal suo viso

bacia le loro labbra,

respira quel respiro che le penetra nel cuore.

Leggerezza e tepore

le stringono la gola, spalle petto  ventre,

la innalzano nel volo lento dei gabbiani

verso la profonda luce dell’immortalità.

Come le pagine dei libri

che le dita della donna ripetutamente sfogliano

e lasciano fuggire poi dalla finestra.

La seguono le statue verso la sublime

tenera incorruttibile musicalità stellare.

  1. paola pdr scrive:

    Una nota di dolore che labbra color pesca non possono lenire, un’indomabile ricerca di spazi incontaminati e sublimi.
    Il moto dell’acqua restituisce quello che sta sotto, che non solo viene a galla, ma ambisce a trascendere la pochezza del nostro limite.

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