Libertà delle parole
Quel fedele nemico che mi spia dallo specchio
con sorrisi sornioni mi ha chiesto
perché chiuso nella mia stanza
perdo tempo dietro la scrivania a sognare
sul foglio bianco, il computer spento i libri alle spalle
e lo sguardo perduto oltre i vetri.
Come se vedessi per la prima volta – mi ha detto -
le cupole rigogliose dei pini
la corona celeste delle montagne
il sole che gode l’aria di un pascolo verde
il Tevere lento
che specchia l’azzurro tra le siepi fiorite.
Come se fossi nato tra queste pareti
in questa terra che ti trattiene
e le storie passate invano.
Scruta nei libri che mandano luce più profonda
Immergi la mente nelle parole sagge
di coloro che ti portano per mano
nei segreti dell’ anima,
che stendono nel tuo cielo il chiaro fuoco
dai colori immaginari e vividi.
E tu – gli ho risposto – solitario dietro la lastra
non provi in te stesso soltanto i miei turbamenti,
non muti soltanto con il mutare del mio animo?
Non posso dire alla mia mente
di lasciarsi plasmare di saggia passività
al mio occhio di non guardare al di là delle parole
al corpo di non provare le sensazioni
che lo fanno inebriare ovunque si trovi.
Nelle vene della natura scorre la linfa di terre scomparse
e i profumi trasportati da mari lontani, il palpito
di vele sommerse.
L’usignolo non grida prediche meschine. Canta
al tramonto e spalanca il cielo con il canto.
Il sussurro del fiume tra gli argini è un soave
addio verso l’immenso
a cui ritorna l’umana essenza.
I libri – gli ho detto -insegnano a guardare.
La natura a sognare e schiudere i sensi
alla libertà delle parole.
Con immagini di rara preziosità il Poeta proclama il libero uso delle parole che è in realtà libertà di vita, grido di rivolta verso ciò che è costrittivo o usuale. Quello sguardo che “sembra” perduto dietro i vetri è in verità un invito a condurre un’esistenza libera, “senza lasciarsi plasmare – come scrive il poeta – di saggia passività”.
il mio invito, se il lettore vorrà accettarlo, di leggere più e più volte questi versi e soffermarvisi a lungo per poterne godere la bellezza, guidato dal sussurro del fiume e dalla melodia dell’usignolo che, sullo sfondo di un rosso tramonto, “non grida prediche meschine”.
Anche a questo commento rispondo con grande ritardo (essendoci però già sentiti allora) per ringraziarti delle tue parole di apprezzamento, ma anche dell’invito a rileggere, che hai rivolto ai lettori. Lo ritengo un invito essenziale per comprendere appieno il senso di questi versi. Grazie di cuore, Giuliana