Marcello Comitini, Luce, GraphicArt

Luce

La luce prigioniera nella stanza

proietta sul soffitto grappoli di foglie

come una finta luna e poche stelle

in un cielo percorso dalle nuvole.

Assorto nel silenzio il cuore dorme e gli occhi

fissano le immagini fluttuanti come drappi

di un amore dissolto tra le dita.

Il bianco del tuo corpo come nuvola lontana

sembra farsi lentamente più vicino.

Scorre la tua risata

più limpida dell’acqua sotto il sole

e le tue mani di gabbiano toccano

il peso del mio corpo per placarne l’arida tempesta.

S’impennano nel vento taglienti come lame

discendono a ferire il desiderio e i fuochi accesi

in fondo al cielo soffocato dalle tenebre.

Sul mio petto celi il viso ed al mio cuore giunge

l’oscuro grido del tuo sguardo che sprofonda come il sole

dentro la massa informe della notte.

No, non svanire! Resta ancora!

Inganna la memoria col profumo dolce del tuo sangue.

  1. paola pdr scrive:

    Gli occhi come elementi periferici rispetto a un cuore centrale ma “muto” riportano in vita una immagine dolcissima tutta integra in un ricordo non ancora spento.
    Eppure il timore esiste che possa pian piano svanire: lo dicono quegli occhi tanto amati, che posti di fronte al petto “gridano” per non dissolversi nella notte.
    Questa notte che, a parer mio, non abbraccia solo il ricordo ma sottende anche un tempo attuale che tristemente sta spegnendo ogni velleità.
    L’invocazione finale affinchè questo non avvenga, conferma il mio dubbio.

  2. giuliana scrive:

    C’è luce nella stanza, si riflette a grappoli sul soffitto, ma il poeta ci spinge a pensare che sia una luce illusoria. Usa i termini: prigioniera, finta, poche, nuvole. E ancora: il silenzio, il cuore che dorme, l’amore dissolto, il corpo come nuvola lontana. Sembrerebbe più un desiderio di luce.
    Ma ecco una risata limpida come acqua, ecco mani aeree che sfiorano il corpo amato, ecco il fuoco della passione e l’abbandono sul petto dell’amato.
    Un abbandono così totale che sfocia nella supplica di non svanire, d’ingannare persino la memoria.
    Malgrado “il cielo soffocato dalle tenebre” e il sole “che sprofonda dentro la massa informe della notte”, ora la luce prorompe passionale e sanguigna.

  3. antonio sereno scrive:

    LA LUCE NON ATTENUA IL TORMENTO DELL’AMORE CHE CI LASCIA…
    STUPENDA, TORMENTATA VISIONE.

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