Noce dell’Eden
La città velata nella nebbia lontana
lancia nell’alba il grido
di evanescenti guglie
e la campagna incredula
soffocata dai fumi
imporpora il sole invisibile nel cielo
col fiato odoroso di pesche.
Nelle acque del lago sereno
come il viso che amo
e il sorriso che sale
azzurro dalle profondità dell’anima,
l’ombra di una barca
increspa in silenzio
la limpida attesa del pescatore.
Chiusi nell’infinito
sospiro del giorno
un frutto una bacca una drupa di noce
i nostri corpi avvolti nello stesso sogno
tendono tra le foglie luminose di rugiada
la pienezza primaverile della loro pelle.
Nei tuoi occhi verdi vedo scivolare
sul ramo riflesso della rosa una chiocciola
coi suoi bastoni tenta alla cieca profumi
teneri delle gemme.
Armonici gherigli
nel grembo del tempo
colmano i nostri corpi
d’ogni oscuro incanto
cercano i baci
che fioriscono nel buio
sulle nostre labbra come rose selvatiche.