Sogno?
Chino a leggere le pagine della rivista
sfoglio incurante le immagini come si tolgono
le rare foglie dal prato con dita leggere
in una giornata estiva priva di vento.
Tra i colori appare una spiaggia e una donna
in piedi nell’onda che s’infrange alla riva.
Il suo volto sorride con lo sguardo lontano
verso qualcuno che dietro le spalle mi spia
con la malignità della sua giovinezza.
Un rivale che mi somiglia o forse me stesso
che la vita smarrita tra boschi di vetro
ha pianto confusa dal tumulto di un mondo
putrescente di musica e schiuma.
Sorride la donna. Il sorriso suscita in me il desiderio
di sfondare la nebbia dell’illusione,
giungere con dita leggere alla soffice pelle
deviare i suoi occhi dal nero velluto del vuoto
con una carezza.
È un sogno? Un sogno.
Mentre volto la pagina vedo che un lampo
offusca il suo sguardo nel separarsi dal mio.
LA TUA DISPERATA VISIONE FA PAURA MA FORSE E’ UN SOGNO E IL LAMPO NELLO SGUARDO ESORTA A SPERARE.
Che bella…
Mi piace in questa poesia vedere la capacità di guardare e, allo stesso tempo, guardarsi.
E non si tratta di un guardare da “giudice” della situazione, ma piuttosto, direi, un ulteriore punto di vista personalissimo sulle proprie emozioni e pulsioni, per ricomporre quel fantastico puzzle che è la vita.
Le tue poesie le trovo veramente profonde.