Solido legame
Mi rifugio nei sogni d’amore e di rivolta.
Vago nel buio delle lunghe attese
faccio naufragio nella mia solitudine
e nelle vene inietto le farfalle pietose
della mia memoria. E sogno.
Un solido legame sconosciuto inestricabile,
come l’aria che tagliano le rondini
come la terra nella vastità dell’universo
come il mare che culla gli annegati
e li rende alle braccia del silenzio.
Sogno un laccio che mi leghi mani e piedi al letto
nero di freddo ferro sopra un materasso.
Piume e molle che respingono ed accolgono
il peso del mio corpo gravato dallo spasimo.
Vagano due mani lungo le mie membra
lievi come passeri in un bosco di ciliegi
bianche come gabbiani sulle onde in tempesta
come alghe che fluttuano nelle ultime acque
tiepide d’un mare autunnale.
Gli occhi sotto una benda nera, ciechi
più sensibili al tatto non distratti
dalla bellezza che divora a labbra spalancate
ogni piacere che mi pervade e fugge,
ogni mio timore ogni resistenza.
Sentire i baci che mi sfiorano la pelle
vedere al buio quella luce immortale
come piccoli morsi delle lucciole
che scintillano fin dentro la mia anima.
Gemo all’improvviso e mi risveglio nell’attesa
della frusta che in piedi sul mio corpo
luminosa la Vita maestosamente impugna.
Questo amore ingordo che vive del visibile e poi fugge lasciandoti con più fame di prima: ecco infine una chiamata a raccolta di altri “sensi” perchè attraverso loro, ciechi, si possa fissare altri momenti, momenti eterni di appartenenza e condivisione amorosa, utili a frenare i gemiti di un risveglio spesso dolente alla frusta della vita.
Questa poesia, fa venire i brividi, non avrei saputo dire meglio, questo concetto che hai reso in poesia.
Che meraviglia.