Ogni momento vive inerme come un Isacco carico di legna per dare un nome al sacrificio. Tu porti il fuoco in grembo e il coltello nella mano…
Questo mare aperto questi antichi approdi questo lucentissimo rotolare delle onde che s’avventano giorno e notte ai piedi delle terre.
Stiamo qui a guardare le stelle come bambini che ascoltano a bocca aperta favole strane. Con gli occhi sgranati e le pupille che brillano…
Nei tramonti le braccia che affondi nell’acqua s’arrossano e coloro che ti percorrono invasi dal dolore sentono vibrare la tua voglia di fermare…
Non conosco l’Essere che mi parla con voce intensa.
Cerca le mie mani dentro l’acqua mutevole che scorre
mi conduce verso più di ciò che sono…
La notte si fa chiara. Perché Ofelia
torni alla nostra mente?
Prima che ti lasciassi andare…
Quel viso tante volte visto
tra le pagine dei libri che rileggo all’infinito
perché torni a capire quel suo modo di guardare…