Voci alterne d’autunno
Nei giardini solitari si staccano le ombre
intorno alle radici stanche degli alberi.
Ai rami che la pioggia ha immerso in un sonno
come d’attesa in qualcosa di oscuro
l’oro delle foglie marcisce nell’odore
umido della terra che morendo si rigenera.
Eterno alternarsi della Resurrezione.
Sui tetti delle case le nubi lacerate
entrano nelle stanze, spalancano le porte,
vertiginose viaggiano portando le tenebre.
Ma le case spente dalle dita del Tempo
spargono fondotinta sul carnato delle crepe.
Gli uomini seduti nel chiasso delle piazze
sciolgono nei bicchieri il colore dei ricordi
guardano nel profondo buio delle finestre
come dentro gli occhi di una donna amata.
Uno sciame di volti veleggia lontano
privi d’espressione lasciando nel silenzio
piccoli fiocchi bianchi e luminosi.
Le finestre sporgono le orbite vuote
e le foglie e l’odore della terra mi seguono.
Nel silenzio percorro, acrobata in sogno,
la fune della fede vacillante sull’abisso
tra la natura che risorge e le case che fingono
eterna bellezza.
La natura si rigenera offrendo una immagine
di certezza ineguagliabile, mentre l’esistenza umana via via diluisce o scorda fotogrammi di cui difficilmente potrà riappropriarsi. Il tempo incalza noi umani con un bisogno di perseverante bellezza, bugia sull’altare dell’eterno.
Mi piace l’introduzione dove citi le radici degli alberi “stanche” e il profondo buio delle finestre verso cui gli uomini guardano (e, come le piante, dove hanno le loro radici).
Immagini bellissime, come del resto tutto quello che riesci a trasmettere in poesia. Grazie.
Le finestre sporgono le orbite vuote
e le foglie e l’odore della terra mi seguono.
sulle finestre che stanno troppo in alto, poi ti racconterò. Dalla strada le finestre non sono aperture ma per te sporgono le orbite, occhi vuoti? ciao, ti sto leggendo. Devi conoscere Fausta Genziana Le Piane. mio personale intuito. ciaooo
” Nel silenzio percorro… ” .In queste tre parole la descrizione dell’esser poeta!
La foglia cade e muore ma da vita questo è l’autunno morte e resurrezione ma è la chiusa che
ha i versi più importanti quella fede immaginata come fune che vacilla sull’abisso….abbiamo tutti
questi momenti perchè forse è accaduto qualcosa e ci sentiamo soli, pensiamo che anche quel credo vacilli ….poi la fune non cederà e il cuore torna a battere sereno. Come sempre è stupendo venire a leggerti, grazie poeta, un abbraccio