Santa Maria Sopra Minerva
In questa chiesa vasta e profonda
le ombre sono santi che innalzano preghiere
con palpebre bianche e bocche di pesci
imbalsamati nell’eternità dell’attesa
come polene alla prua della nave.
Tra i bagliori di ceri e le canne che vibrano
dritte tra fiamme in uno sciame di eco
mi protendo a guardare come uno stelo
sulla parete di un pozzo i colori d’azzurro
di rosa e di viola discesi lungo i muri.
Fremiti d’aria e di canti confusi
tra la pietà dei morti e la fatica dei vivi.
Scarti che il mondo di fuori ha filtrato
evaporando tra queste mura
ciò a cui nessuno vorrebbe pensare.
Il grido in fondo al mio petto
non è più umano del canto che infrange il silenzio
ha l’uguale rimpianto di una campana nascosta
nelle volte fiorite
tra giardini di ruggine e stelle.
Misterioso a me stesso spalanco le mani
come le vele di una nave che salpa
allontanandomi dal molo deserto.
E m’invade l’angoscia
di colui che rimane solitario sul molo.
Volto le spalle, scompaio nell’oro
della piazza assolata, affollata di gente,
portando con me la tristezza dei sogni
e la febbre inguaribile della memoria.
bellissima leggendoti mi è sembrato di entrare in punta di piedi nella cattedrale per spiare le tue emozioni ciao
la bellezza e i colori della chiesa rivivono nei primi versi. Poi meditazione profonda sull’uomo e il suo rapporto con l’Assoluto.L’ansia di una mente e di un’anima che cercano ancora una risposta. Come sempre un ottimo spunto per meditare in una veste musicale che risponde in pieno a un superbo gotico.
La BELLEZZA di cui ci riempi i sensi , la mente, il cuore col tuo CANTO merita una cura e un’attenzione particolari (che ti invierò presto).
Grazie per quanto ci doni.
Sono entrata con rispetto in questa poesia come stessi entrando in un luogo sacro.
Entrare in una Chiesa è come entrare dentro sé stessi.
Mi sono soffermata ad osservare il contenuto di questa rappresentazione che seppur immobile e in ombra, è palpitante ed in attesa.
In questo luogo troviamo il senso di noi. Desideriamo partire perché vogliamo intraprendere un viaggio e contemporaneamente sentiamo che una nostra parte resta fuori (sul molo).
La solitudine che percepiamo è solo il timore di non riuscire a riavvicinare le due parti di noi, quella passiva e immobile con quella attiva che desidera “misteriosamente” partire (conoscere).
Sulla piazza nota e assolata il viaggio è comunque iniziato…
Ho avuto la sensazione di essere dentro quella chiesa, ne ho sentito l’odore inconfondibile di cera e incenso, poi…poi comincia il cammino vero, c’è timore e richiesta d’aiuto, c’è qualcosa che ti colpisce e spalanchi le mani, vuoi accogliere qualcosa? Ma volti le spalle ed esci fra la gente ti mischi alla confusione….perchè mi chiedo, forse
non vuoi ammettere il tuo essere uomo fragile che ha bisogno di Lui? Versi che mi hanno affascinato
per la bellezza e il profondo significato. Versi che tornerò a leggere. Grazie Poeta