Dopo la notte
È l’aria d’una estate appena iniziata
nell’ora dell’alba tinta di rosa
ai piedi delle acacie si lasciano sfiorire
vischiosi piumini sul grigio dell’asfalto.
Farnetica una donna addossata a un muro
il volto gualcito di vino e di droga.
Sbava dalla mente ricordi vischiosi
brancola invocando nel buio dell’oltraggio
“Andrea” con la voce smorta al fantasma
sfibra in un canto tenero e insensato
il candore di donna sospesa a un amore.
In gola le rimane il pianto che aggriccia
e mescola l’impasto fiammante delle labbra:
“Andrea, con quel tanto che la tua tenerezza
torce il mio cuore e gli strappa un sorriso
nelle vene inietti il veleno dei sogni
e nella carne i segni del tuo possesso eterno.
Qui nell’abbaglio del giorno che nasce
dopo la notte che mi ha annientato l’anima
ti piango trafitta dalla luce del sole
tu maledetto da tutto il mio amore.”
Eppure l’amore concede anche una rinascita.
La meraviglia che vuole meravigliarsi, l’improbabile processione di sogni a cui crediamo e castelli di pensieri che non pensavamo di poter erigere.
L’amore rende poeti no?
Apre porzioni di possibilità che non pensavamo di possedere.
E se ne scrivessimo, ci accorgeremmo che è proprio così.
Tenere un diario sarebbe davvero illuminante.