L’ombra cammina silenziosa avanti e indietro.
I suoi passi si attardano nella luce
di piccole lune gialle e malate
sospese a illuminare
l’asfalto della strada deserta.
In mezzo alle case c’è odore di polvere e di auto.
Nessuno la vede.
È un assassino che si guarda alle spalle
o un solitario in attesa di un corpo di donna
che lo consoli con le sue carezze.
In alto il cielo è un rettangolo nero
di tela strappata e mal rattoppata
da grumi di nuvole
e dal filo tagliente dei tetti.
Tutto è confuso tra il sonno e il sogno
tra me e quell’ombra che si guarda alle spalle.
La vedo andare su e giù sotto la luce
delle lune gialle e malate con un coltello
in una mano e nell’altra il mio cuore.
Perfetta: un trapano dolorante e consolante al contempo.
Bentornato!
Il doppio che ci rappresenta. Su una mano un coltello per difendersi più che offendere credo, sull’altra il cuore.
L’ambientazione volutamente poco illuminata, definisce la difficoltà tendenziale: mi apro, mi difendo, resto in ombra.
Un bel dilemma mentre tutti dormono.
La notte può favorire queste domande amletiche che al mattino, sanno di fantasia, di sogno.
Bella poesia, con tante metafore interessanti.