Venezia
Scritto da Marcello Comitini il 5 agosto 2014 in Poesie
Vorrei che fosse nero quell’azzurro del cielo
e le nuvole bianche uno scintillio di stelle
gli alberi avvolti in un velo di nebbia
come donne celate dalla fede per l’uomo.
Vorrei che il mare fosse dentro le strade
a bagnare i palazzi e dagli androni uscissero
cariche di luci gondole silenziose,
che gli uomini viaggiassero lenti sulle acque
accese di smeraldo ai bagliori delle lampade
e sulla grande piazza sentissero il profumo
della solitudine.
Vorrei che tu accanto ponessi la tua ombra
come un angelo uscito da grotte sommerse
e mi offrissi il tuo viso di donna svelata
in quest’alba in cui il mondo
è una Venezia languida
e le colombe volano su un mare inesistente.
La trovo splendida. C’è tanto languore, tanta pittura, una musica sottesa che accompagna queste ore veneziane. Un desiderio di osmosi con la città, un liquefarsi di acque e di persone, “i viaggiatori lenti e le gondole silenti” E l’attesa dell’angelo si configura con l’ombra di un corpo e un viso velato di donna, magnifica metafora di una città da sempre magica.
Giuliana
Che bella! Stupenda dedica ad una città che
sa di antico e di magico. Sei riuscito a farne un quadro speciale con il mare che entra nelle strade e con le gondole che escono dagli androni.
Venezia con la sua diversa bellezza. Magnifica visione.
Vorrei un cielo di quelli che non lasciano indifferenti, confrontarmi con la solitudine dei tanti, una solitudine che sia musa-ispiratrice, che faccia uscire dai nascondigli. Vorrei ancora sorprendermi, vorrei cancellare il languore di un presente addomesticato.
Un autentico splendore questa poesia, un gioiello che ad ogni rilettura mi dona l’emozione viva e struggente di un luogo magico.
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