Panchina, DigitalArt Marcello Comitini

Dipingere

L’albero contorto e ai suoi piedi
una panchina vuota. E io solo
ho portato con me una tela
e tanti vecchi ricordi. Mi siedo.
Mescolo i loro colori
al grigio pastoso dell’inverno
alla cinereo del cielo, al rosso
delle foglie al suolo.
Dipingo l’albero,
il tronco piegato, la panchina
le foglie. Mi guardo intorno.
Ma ora cosa accade? I colori
sbiadiscono i ricordi un grumo
ispessito sulla tela.
Raschio via tutto. Riprovo. I pennelli
sono lame che graffiano bucano la tela
come un cielo vuoto. Sorrido
a tanta solitudine
come a un triste sogno.

  1. Paola Della Rossa scrive:

    Gli occhi che non sono più gli stessi,
    le emozioni di un tempo passato si stemperano in un ricordo un poco avaro di colore, rattrappito forse, in un presente di solitudine. E’ nostalgica questa tela, ma comunque sempre con una certa vitalità, perché di tutto si vorrebbe riaccendere il fuoco, rivivere e celebrare ancora e ancora.

    Tanto tempo fa, anni ormai, mi hai dedicato una poesia sulla tua bellissima pagina, questa.
    Oggi, ti dedico pure io quattro righe. Penso che l’argomento possa interessare… a chi non interessa l’amore? Io oggi mi sono sentita di scriverne, e te ne faccio omaggio, con amicizia e stima.
    Spero non ti dispiaccia. E scrivo qui, di seguito, come fosse una continuazione del commento alla poesia, anche se non lo è.
    Ciao Marcello, Poeta.

    L’amore
    o chi per lui, di cosa si tratta?
    Non saprei.
    Le tue quattro mura che ti abitano intorno
    le conosci bene
    Sai del caldo, del freddo, dell’inquietudine
    dei giorni
    La tua pelle conosce le intemperie che
    il tempo ha costruito sulla pelle
    rendendola insensibile, forte a volte
    e temprata per ogni evenienza
    E accade che un giorno
    quelle quattro mura ti sembrano altro
    non le senti piu’ intorno
    e’ quasi si fosse scoperchiato
    il tuo mondo
    Ci stai bene?
    Non saprei.
    Le certezze sono cadute
    la casa non ha preso fuoco
    ma non esiste piu’
    E’ che resti in attesa
    non sai nemmeno tu di cosa
    e in quel nulla che attendi
    misuri una gioia sconosciuta
    Questo fa l’amore,
    ti scoperchia il cervello,
    ti lascia a piedi
    e sei contento di faticare
    di sudare per trovare la via di casa
    che hai perso.
    luglio2021

    • Cara Paola, ho letto il tuo commento e la tua poesia. Mi hai chiesto in privato di toglierla. Perché? Non ha il tono di uno sfogo, non dice cose tue personali, ha un buon ritmo ed esprime pensieri profondi. Non mi sembra opportuno toglierla. Dovrei confessarti che mi fa piacere che tu mi abbia espressamente dedicato questi versi, o se preferisci pensieri, non tanto sull’amore, come s’intende comunemente, quanto sulla vita, sul modo di affrontarla, modo in cui l’amore ha un ruolo rilevante? Ebbene sì lo confesso. Sono in molti (più donne che uomini) ad esprimere pensieri positivi su ciò che esprimo, quindi questa tua dedica dovrebbe da me essere accolta come uno di quei pensieri favorevoli. Ma non è solo un pensiero. Come ti ho già scritto, sono versi che mi fa piacere aver ricevuto come dedica ma mi fa anche piacere che altri li leggano e che comprendano anche il tuo animo. Non solo attraverso i commenti che sei solita scrivere felicemente, ma attraverso una forma di espressione che a mio modesto parere (e di parte) meglio riesce a coinvolgere gli eventuali lettori.
      Io non la cancellerei. Ma se insisti non posso che obbedire. -

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