I poeti e l’amica
Di te del tuo sguardo,
del tuo corpo di donna
del tuo tremore e del grigio
annuncio del futuro
- cieco all’improvviso divenuto sordo-
tutto ho perduto.
Tutti i dolori e tutte le paure.
Né le tue gioie – mai potrei trovarle
nascoste dietro un velo di parole.
Non tue ma dei poeti
che scavalcano i monti
con l’orgoglio di chi conosce il cielo.
Volano
graffiano come aquile
con artigli di versi.
Ti portano in alto dove è limpida l’aria.
Di tutto questo soffro.
Ma tu non puoi vederlo
perché per te l’amore
sorge a un orizzonte
rabbuiato di nuvole.
E mi dici inetto ed incapace
di volare con te,
di spegnere la sete
che in alto la luce
infonde a chi v’immerge
le ali del sogno.
Cosa posso fare
io cantore e cieco?
Trascino le mie ali
in un deserto di polvere e di gesso
- Io sordo poeta
al mio stesso canto.
Tu, CANTO, inetto solo per i sordi!
l’amore non ha occhi e orecchie ma vive nel cuore del poeta, anche sordo e cieco; i versi portano nell’armonia lo spirito dell’amata e il cantore.
bellissima visione.
La poesia che esprime emozioni e incornicia preziosi vissuti non ha durata infinita.
Con il tempo le parole spese perdono di forza e senso. L’oblio incalza nonostante tutto, nonostante anche la fatica di continuare a rivivere un volo, con ali ormai stanche e appesantite dalla polvere del tempo.
Molto bella.