La casa
La Maison en bois d’acero e abete
- assi divelte alle pareti -
si è piegata sul fianco dolente
come una scatola colpita da un calcio.
Una veranda con esili colonne
ombra l’ingresso e una lanterna
al tepore del vento oscilla bianca.
Ai limiti del prato che nessuno più calpesta
giunge lieve il gemito di assi
il profumo dolce di resina e di morte.
Rossa come mela
divelta dal suo angolo di tiepidi sogni
la poltrona giace nell’erba e nel silenzio
spaccata dal sole
dal tempo che fugge alle sue spalle.
Attende nell’inerzia dei braccioli logori
che dalla porta irrompano
- grida e risate -
i visi dei bambini che intorno alle mani
grinzose della vecchia
vinta dal torpore nel freddo delle stanze.
guardavano stupiti.
Ospiti amati
come primavera che ritorna
breve dopo il buio inganno dell’inverno
prima che l’estate bruci ogni speranza
ci ha portato via un vento
d’avventura in vortici di voli
confusi tra le nuvole in giardini lontani
attratti da una rosa o verso gli orizzonti
e abbiamo cancellato con dolore
gli ultimi ricordi.
Le finestre aperte lasciano vedere
la polvere che imbianca di calce le pareti
e la memoria che non può fuggire
ferita dal crepuscolo e dalla solitudine.
Alle finestre oscillano gli scuri
come negli occhi smarriti della vecchia
le ombre delle stanze.
Uso Splendid di emozioni dal punto di vista della sedia! Questo abbandonata è tutto distrutto, ma ora sono tornato lì per salvare la sedia …. questo era un luogo di solitudine per me e io sono contento che continuo a dare la sedia voce!!
bellissima
mi piace tantissimo la tua bellissima poesia e le finestre chiudono gli occhi come una vecchia stanca. Ecco ora mi vedo !!! ciao marcello sei bravissimo!!!
il bel tenebroso mi stupisce sempre!!!!! E’ proprio come un cactus. Fuori ha le spine. E’ respingente. Ma sotto la scorza e’ di un tenerume. Bravo Marcello. Ti abbraccio forte forte.
bellissima e tenera poesia.. mi piace moltissimo Marcello.
Stupenda…ho rivisto la mia vecchia casa…c’era sofferenza in quelle finestre vuote in quelle pareti nude…bella la metafora della poltrona
che sta in attesa, la casa morirà come muore l’anima in un mondo che non ha più sentimenti ma chi resta e saprà ascoltare potrà sentirne la storia. Stupendi versi, con una chiusa molto dolce. Sempre una gioia leggerti
Bellezza di infinita struggenza.
Non sempre ciò che è triste è bello, ma in questo caso, le lacrime sono intrise di gioia.
Tutto si “consuma” in un tempo che, inesorabile, cancella il nostro passaggio, ma i cui segni, seppur sbiaditi, sono l’ossatura dei ricordi di chi ha percorso un pezzo di strada con noi.