Richard Novara, A distant dream, 2014

La casa

La Maison en bois d’acero e abete

- assi divelte alle pareti -

si è piegata sul fianco dolente

come una scatola colpita da un calcio.

Una veranda con esili colonne

ombra l’ingresso e una lanterna

al tepore del vento oscilla bianca.

Ai limiti del prato che nessuno più calpesta

giunge lieve il gemito di assi

il profumo dolce di resina e di morte.

Rossa come mela

divelta dal suo angolo di tiepidi sogni

la poltrona giace nell’erba e nel silenzio

spaccata dal sole

dal tempo che fugge alle sue spalle.

Attende nell’inerzia dei braccioli logori

che dalla porta irrompano

- grida e risate -

i visi dei bambini che intorno alle mani

grinzose della vecchia

vinta dal torpore nel freddo delle stanze.

guardavano stupiti.

 

Ospiti amati

come primavera che ritorna

breve dopo il buio inganno dell’inverno

prima che l’estate bruci ogni speranza

ci ha portato via un vento

d’avventura in vortici di voli

confusi tra le nuvole in giardini lontani

attratti da una rosa o verso gli orizzonti

e abbiamo cancellato con dolore

gli ultimi ricordi.

 

Le finestre aperte lasciano vedere

la polvere che imbianca di calce le pareti

e la memoria che non può fuggire

ferita dal crepuscolo e dalla solitudine.

 

Alle finestre oscillano gli scuri

come negli occhi smarriti della vecchia

le ombre delle stanze.

 

  1. Richard Novara scrive:

    Uso Splendid di emozioni dal punto di vista della sedia! Questo abbandonata è tutto distrutto, ma ora sono tornato lì per salvare la sedia …. questo era un luogo di solitudine per me e io sono contento che continuo a dare la sedia voce!!

  2. maria cristina falciani scrive:

    bellissima

  3. gabriarte scrive:

    mi piace tantissimo la tua bellissima poesia e le finestre chiudono gli occhi come una vecchia stanca. Ecco ora mi vedo !!! ciao marcello sei bravissimo!!!

  4. enrico scrive:

    il bel tenebroso mi stupisce sempre!!!!! E’ proprio come un cactus. Fuori ha le spine. E’ respingente. Ma sotto la scorza e’ di un tenerume. Bravo Marcello. Ti abbraccio forte forte.

  5. Adry scrive:

    bellissima e tenera poesia.. mi piace moltissimo Marcello.

  6. tinamannelli scrive:

    Stupenda…ho rivisto la mia vecchia casa…c’era sofferenza in quelle finestre vuote in quelle pareti nude…bella la metafora della poltrona
    che sta in attesa, la casa morirà come muore l’anima in un mondo che non ha più sentimenti ma chi resta e saprà ascoltare potrà sentirne la storia. Stupendi versi, con una chiusa molto dolce. Sempre una gioia leggerti

  7. Stefano Cattaneo scrive:

    Bellezza di infinita struggenza.

  8. Ninni Finocchiaro scrive:

    Non sempre ciò che è triste è bello, ma in questo caso, le lacrime sono intrise di gioia.

  9. paola pdr scrive:

    Tutto si “consuma” in un tempo che, inesorabile, cancella il nostro passaggio, ma i cui segni, seppur sbiaditi, sono l’ossatura dei ricordi di chi ha percorso un pezzo di strada con noi.

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